martedì 7 maggio 2013

Quello che non sono riusciti a fare con le armi lo hanno fatto con l'economia.


Teorizzavano il superomismo, da lì la superiorità della razza (la loro) ariana.
Avevano il vizio di voler insegnare al mondo quanto loro fossero bravi e quanto gli altri fossero stupidi.
Come un equazione matematica, inversamente proporzionale.
Poi cominciarono con la Polonia, e via via, Danimarca, Norvegia, Belgio, Olanda, Lussemburgo e Francia,
Jugoslavia e Grecia.
Volevano l'europa unita.
Quello che non sono riusciti a fare con le armi, l'hanno fatto con i Marchi.
Ed ora li ho visti, andare nei congressi, nei talk show, negli incontri, li ho visti, ho visti loro occhi,
ho visto le loro mani.
Entrare nella loro Europa è stato un errore grave, come quello che fece Benito Mussolini quando si alleò
con Hitler, anche allora si disse che non c'era scelta, anche allora i nazisti alla fine vennero spazzati via dalla
loro stessa cupidigia, dal loro stesso egocentrismo dal loro stesso sentirsi uomini e dii insieme.
E noi insieme a loro, cademmo, fummo ciechi e fummo sordi.
La storia si ripete.
Oggi lo voglio gridare forte, basta ! via dall'europa subito :

Cronaca
L'ufficiale giudiziario: «Questo sfratto no»

Padre, madre e otto fratellini rischiano di rimanere senza casa. L'appello del messo del Tribunale: le Istituzioni devono fare qualcosa

Articolo | Lun, 06/05/2013 - 00:00 | Di christian cinti  (Giornale dell'umbria)

Questa storia ha in se qualcosa di tremendamente brutto e qualcos'altro di assolutamente bello.
Questo è l'inferno. C'è una famiglia, vive nell'hinterland del Comune di Perugia: padre, madre e otto fratellini: il più grande ha quattordici anni, il piccolo tre. Sono in affitto e la pigione, fino a quando le cose sono andate bene, è stata pagata con assoluta regolarità. Da un anno però, il lavoro del padre non gira più come dovrebbe e lui, come tanti altri, è stato costretto a fare una scelta: mettere insieme il pranzo con la cena o stare in regola con le ricevute dell'affitto. Come tanti altri ha scelto: intanto facciamo la spesa, poi si vedrà. La crisi però non molla, la ruota non ha girato. E i ritardi si sono accumulati. Dodici mesi di affitti non pagati hanno messo in moto la macchina della giustizia. La burocrazia non tiene conto di situazioni, esigenze, difficoltà. Il nome della famiglia è finito fra le carte bollate del Tribunale perché la prorietaria della casa si è rivolta ad un avvocato. E stavolta gli ingranaggi hanno girato velocemente: è già pronto lo sfratto. L'istanza verrà eseguita martedì pomeriggio alle 16 da Gianluca Staffa.
Questo è il Paradiso. «Faccio tre sfratti al giorno, ma questo proprio non vorrei eseguirlo», racconta l'ufficiale giudiziario. «Non lo so: sono due, tre, forse quattro notti che non ci dormo». E così ha pensato bene di rendere pubblico questo suo "pentimento", questa forma di obiezione di coscienza. Perché quello sfratto non significa "solo" che una famiglia rischia di rimanere senza un tetto. Significa anche che questo provvedimento attiverà tutta una procedura per cui i fratellini saranno "strappati" ai genitori che non sono più in grado di garantire un tetto alla loro testa e che, ancora, saranno a loro volta allontanati fra loro. Magari destinati a case famiglia e poi ancora, forse, dati in affidamento. Tutto questo, nel peggiore dei casi, senza che i genitori abbiano colpe tali da giustificare un provvedimento tanto forte.
Dicono le statistiche dei sindacati che nei prossimi tre anni saranno almeno tremila le famiglie che potrebbero finire fuori casa per la cosiddetta "morosità incolpevole". Significa che non è più possibile pagare l'affitto perché è venuta mancare la principale (a volte, l'unica) fonte di reddito. Circa il 90% degli sfratti avviene per queste motivazioni. La Regione sta lavorando a strumenti di sostegno proprio per venire incontro ad esigenze di questo genere.
Aspettare però che si creino le condizioni perché questa volontà diventi concreta, in questo caso, non è possibile. Le lancette dell'orologio corrono velocissime. Per questo, l'ufficiale giudiziario parla alle Istituzioni che «devono fare qualcosa». Il Comune di Perugia, la Regione, l'istituzione ecclesiastica. A patto che qualcosa prima di oggi sia stato fatto, vale la pena riflettere sulle conseguenze che hanno azioni di questo tipo. E non è un ragionamento puramente utopico. Perché, ad esempio, nel caso in cui i fratellini dovessero andare in una casa famiglia, i Servizi sociali del Comune pagherebbero una retta. E probabilmente, quella retta non sarebbe troppo distante da un affitto. Così i fratellini continuerrebbero ad avere una casa-famiglia. La loro.